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La domanda non è COSA fai, ma COME fai a sentirti soddisfatto?

Ed è proprio questo il punto. Come fai a sentirti soddisfatto? Come raggiungi l’autorealizzazione?

È “come” noi viviamo le nostre esperienze che è significativo, non quali esperienze. Il counseling offre uno spazio d’ascolto e sostegno, aiuta a creare le condizioni per fare chiarezza su come ci sentiamo, e quindi aumentare la capacità di scelta tra quali esperienze saranno rilevanti per la nostra autorealizzazione e quali dannose.

Focalizzarsi su cosa fai, cioè sul comportamento, sposta l’attenzione da noi stessi ad un elemento al di fuori di noi.

Per esempio, capita che un’attività ritenuta piacevole per tanto tempo perda di interesse. È l’attività che non è più interessante o sono io che non la trovo più stimolante e quindi non più soddisfacente?

Molto probabilmente è cambiato qualcosa in me, qualcosa che ha spostato le priorità oppure c’è un bisogno che non mi è ancora del tutto chiaro che necessita di essere appagato.

 

Per questo la domanda si interessa al come, non al cosa.


Carl Rogers ricorda che vi è una tendenza, una pulsione, che spinge per continuare a crescere e raggiungere l’autorealizzazione.

 

Affrontare sé stessi è necessario per raggiungere questo stato.

Il counseling professionale offre uno spazio che aiuta le persone a prendere consapevolezza e a rendere chiara la situazione a sé stessi riguardo ad una particolare tematica, sostenendola nel percorso verso cui la propria tendenza chiama.

Perché questa tendenza a progredire si mette in atto solo se gli elementi per la scelta vengono chiaramente percepiti?

Se non vi è abbastanza chiarezza nelle intenzioni, se non siamo consapevoli di come ci sentiamo, baseremo il nostro bisogno di autorealizzazione sul comportamento, totalmente su elementi esterni a noi, cioè sul “cosa” facciamo, aspettandoci un miglioramento che nell’immediato può realizzarsi ma che difficilmente avrà tenuta sul lungo periodo.

Carl Rogers afferma che “Quando tutti gli elementi sono stati colti con chiarezza, sembra inevitabile che prevalga la scelta della strada che è dolorosa ma soddisfacente da un punto di vista dell’autorealizzazione e della crescita.” (C. Rogers, 2007)